Descrizione
Localmente detto il Boscone, il Bosco della Mesola è insediato su cordoni litoranei formatisi tra XII e XVÂ
secolo, dei quali rimangono evidenti esempi nel suolo sabbioso e dunoso. Il bosco attuale è ciò che rimane di una vasta foresta termofila, denomina Bosco Eliceo, che dominava le aree emerse dagli acquitrini della costa Alto Adriatica. Esso si estende su un territorio di 1058 ettari, situato tra il Po di Goro ed il Po di Volano. Nel 1954, essendo minacciata di distruzione, fu acquistata dall'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ed attualmente viene gestita dal Ministero dell'Agricoltura e Foreste. Nel 1971 è stata istituita la Riserva Naturale Integrale "Bassa dei Frassini Balanzetta" (220 ettari) e nel 1977 la rimanente parte è divenuta Riserva   Naturale. La vegetazione del Gran Bosco è costituita prevalentemente da specie  mediterranee; tra cui primeggia il Leccio consociato con Quercia Farnia, Frassini, Olmi, Pioppi bianchi e Carpino orientale. Sono diffusi, prevalentemente nella zona a confine con il mare, il Pino domestico e marittimo; nel sottobosco si trovano la Fillirea, il Ligustro volgare, il Biancospino, il Pruno spinoso, il Pungitopo, il Cisto, la Felce aquilina e la Felce palustre. A seguito delle devastazioni avvenute durante la guerra, una grande parte del bosco ha subito tagli massicci, trasformandosi in bosco ceduo; oggi si eseguono interventi colturali per riportarlo al primitivo stato di alto fusto.

Il terreno, tutto di origine alluvionale, consiste di sabbie con poco humus in superficie; l'andamento irregolare pone in evidenza antiche dune ricoperte dalla lecceta sempreverde, con spazi interdunali in cui si formano ristagni d'acqua con vegetazione palustre e piante a foglia caduca. La quota massima è di tre metri sopra il livello del mare e, nelle depressioni, di circa un metro sotto. Vi sono radure naturali, una delle quali, detta "Parco delle Duchesse", è ampia circa 2 ettari e vi vegetano varie specie erbacee dette "pioniere" che danno l'idea della lenta colonizzazione ancora in atto su queste sabbie. La fauna era molto varia e numerosa già in epoca estense. Anche attualmente (2001), vivono nel Gran Bosco circa ottanta Cervi, forse discendenti da quelli che popolavano la pianura anticamente. Sono in corso accertamenti genetici e sanitari per meglio conoscere e conservare questo animale. Non è molto facile per il visitatore incontrare il Cervo, per le sue abitudini ed il timore che esso ha dell'uomo. Più facilmente avvistabile è il Daino, anche perché più numeroso del Cervo: si parla di circa 500 esemplari. Non esiste più il Cinghiale, reintrodotto con alcuni esemplari negli anni '50 e successivamente eliminato per i danni che arrecava alla campagna confinante. Vivono nel bosco, e qualche volta si incontrano, Lepri, Tassi, Puzzole, Donnole. E' stata notata varie volte la traccia della Lontra.

Facilmente visibili, tra le piante o nelle radure, le Mazze di tamburo. Nel tardo autunno vi è una "fioritura" di Armillaria mellea. Sono numerosi i tricolomi e diffusissima, ancora, la Amanita falloide. Nell'inverno, seppure più raro, si può trovare il Pleurotus.
L'ingresso al Bosco è regolamentato. E' di norma aperto al pubblico nei giorni festivi e il sabato; per le scolaresche l'accesso è possibile anche in altri giorni previ accordi con il Corpo Forestale dello Stato.